Chi siamo?

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Una domenica pomeriggio, tornando verso Bologna per gli stradelli guelfi, godendo del paesaggio, pensammo: “come sarebbe bello fare queste strade con le nostre bici”. Ci siamo guardate negli occhi: in quell'istante è nata l’idea del bigatour. Siamo 6 donne del 2012: precarie, flessibili, senza soldi, artiste, ciapinare, più vicine ai 30 che ai 20, abitiamo a Bologna, ma non siamo tutte bolognesi, e ci siamo trovate un po’ per fortuna, un po’ per caso, un po’ in un b.u.c.o. Usiamo la bici quotidianamente come mezzo di spostamento, crediamo in una vita con spirito sostenibile, non abbiamo soldi per fare grandi viaggi, per comprarci le bici da corsa e per pagarci l’acquagym e la palestra che ti fanno il culetto sodo ogni mese. Così partiamo con grazielle e bici da città, con poche cose ma molto entusiasmo, nel mese più caldo sì, andando a trovare genitori e amici, all’avventura, cantando, per strade ciclabili e sostando in campi di contadini con frutta. 6 donne, 6 bici, 11 ruote (la ruota di Blatta-la graziella ci ha abbandonato a 2 km dalla fine..) 2 tende, 1 mappa rispettata, 1 carrellino miranda, 1rapporto amoreodio con i pantaloncini imbottiti = 28. La luna ci ha portato fortuna

martedì 17 luglio 2012

avventuriere sì, ma sciagurate no


Avventuriere sì, ma sciagurate no.
Odiamo i detti "donna al volante pericolo costante", anche perché una di noi è montanara ed è pronta a sfidare con il pandino a metano del papà i meglio ometti alla guida (le altre asseriscono che sì, è proprio vero). La montanara ha preso la patente sulla neve, tiè. Ma questi sono atri discorsi.

A parte ciò, le nostre bici da città ora stanno per essere rimesse a nuovo. Si, perché abbiamo avuto una primavera intensa.

Ciapinare in bolognese significa "tutto fare" e un'altra di noi sei è maestra in questo. Ha creato per la parata Par Tòt dei carri (con struttura a bici) meravigliosi e realizza cinture e opere artistiche con camere d'aria. Insomma, siamo in buone mani. E' il nostro meccanico di fiducia.
E più a suo agio con dei cacciaviti in mano che con una trousse di trucchi.

Queste settimane è tempo di chek up, montaggio di portapacchi, sistemaggio dinamo e luci, è tempo brugole, chiavi del 6 e dell'8 e cambio eventuale di freni. Chi è rimasta in città probabilmente andrà all'auto-riparazione bici (sì, a Bologna ci sono un sacco di belle iniziative per le biciclette) o alla ciclofficina di XM24, mentre le più fortunate sono seguite dagli occhi attenti dei papà.

"Ho raccontato ai miei del viaggio, e dopo un primo momento di -tu.sei.fuori.di.testa- si sono convinti. E poi si sa, i Papà sono sempre i Papà e forse il mio si sente più sicuro nel sapermi in giro per le strade dopo aver riparato insieme la bici, nell'avermi mostrato la mappa degli Stradelli Guelfi e nell'avermi detto come si gonfia una ruota o si svita una vite - si papà, lo so già fare, ma si, ti ascolto ancora perché in fondo è bello così-.
Lui, oltre a essere un Maestro Ciapinaro, è un grande riciclatore. Ha trovato una bici mezza rotta di fianco a un bidone del rusco (in italiano: bidone della spazzatura), l'ha caricata, insieme a me l'ha smontata e abbiamo riciclato alcuni pezzi per la mia. Così oggi ho un nuovo portapacchi posteriore, due nuovi pedali e le lucine in mezzo alle ruote. Ammetto che la dinamo l'ha messa a posto lui.
Non è solo un fatto di non avere i soldi da investire in super attrezzature, è il senso del "guardandosi bene intorno, quel che serve c'è già. Ricicla, ricrea, riusa".
A questo pensavo mentre papà mi diceva di non stare a impazzire a cucirmi delle nuove sacche, perché forse in garage da nonna avrebbe trovato le sue, di quando lui andava a leggere i contatori in città in bici. 
Oggi io ho anche quelle: due bellissime sacche anni 80 - che a fantasia sembrano i portafogli che si trovavano dentro i detersivi da lavatrice in omaggio -; al massimo gli attacco qualche spilletta e un fiocchetto con le paillettes. Mi mancano ancora un portaborraccia, un portapacchi davanti su cui mettere il cestino, alcuni ricambi che in viaggio non si sa mai.
A mia nonna non ho ancora detto del bigatour, ma ogni volta che chiacchieriamo mi dice che "una volta si andava solo in bicicletta, quando c'era la guerra andavo in bici dai contadini fuori san lazzaro a cercare le uova."
Ecco forse non le dico che arrivo fino in Abruzzo, ma una bella cartolina, come ogni viaggio, gliela manderò sicuramente."




2 commenti:

  1. Ricordatevi anche di regolare la sella alta, che è più importante non affaticarsi troppo che toccare terra bene! :-)

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  2. papà gambalunga ci farà un baffo. grazie kiodo del consiglio!

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