Chi siamo?

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Una domenica pomeriggio, tornando verso Bologna per gli stradelli guelfi, godendo del paesaggio, pensammo: “come sarebbe bello fare queste strade con le nostre bici”. Ci siamo guardate negli occhi: in quell'istante è nata l’idea del bigatour. Siamo 6 donne del 2012: precarie, flessibili, senza soldi, artiste, ciapinare, più vicine ai 30 che ai 20, abitiamo a Bologna, ma non siamo tutte bolognesi, e ci siamo trovate un po’ per fortuna, un po’ per caso, un po’ in un b.u.c.o. Usiamo la bici quotidianamente come mezzo di spostamento, crediamo in una vita con spirito sostenibile, non abbiamo soldi per fare grandi viaggi, per comprarci le bici da corsa e per pagarci l’acquagym e la palestra che ti fanno il culetto sodo ogni mese. Così partiamo con grazielle e bici da città, con poche cose ma molto entusiasmo, nel mese più caldo sì, andando a trovare genitori e amici, all’avventura, cantando, per strade ciclabili e sostando in campi di contadini con frutta. 6 donne, 6 bici, 11 ruote (la ruota di Blatta-la graziella ci ha abbandonato a 2 km dalla fine..) 2 tende, 1 mappa rispettata, 1 carrellino miranda, 1rapporto amoreodio con i pantaloncini imbottiti = 28. La luna ci ha portato fortuna

martedì 4 settembre 2012

La controra

Rubo una citazione a Giada, ma è calzante e appropriata, perchè parla di "un'orgia di analogici nell'era digitale".
Il tempo. 
I fusi orari.
L'alta velocità, Italo, l'aliscafo, achille piè veloce.
Corri veloce sui treni che forano i monti e dal finestrino vedi il verde che si mescola al blu e al giallo, è più o meno tutto marrone, che è la somma di tutti quanti i colori, e questo l'ho imparato osservando i bambini dipingere: alla fine se li lasci paciugare viene fuori sempre il marrone. 
A noi i colori piacciono nella loro interezza, nelle sfumature, nella consapevolezza che il giallo del grano e del girasole sono diversi se li guardi da vicino.
Capita di uscire alle otto del mattino con la pioggia, contare i minuti che mancano prima che arrivi l'autobus come fossero pepite d'oro sullo schermo atc, defluire veloci tra i lavori, e tornare a casa rapidi e affamati col buio e le scarpe stanche. La giornata è finita, le mail lampeggiano, la lavatrice spera di essere imboccata ma non c'è più tempo, perchè gli studiosi consigliano almeno otto ore di sonno.
Da piccola il tempo trascorso a dormire mi sembrava sprecato, l'avevo sentito dire a pollyanna cantata da cristina d'avena, e di questo concetto avevo fatto il mio mantra. Ma era fame di cose e mondi, e non
rincorrersi di scadenze e date.
Devo inviare ancora qualche curriculum e scrivere su un foglio che sì, ho fatto il vaccino dell'antitetanica.
Agosto è stato un tempo zero. Un tempo corpo senza affanni. E' stato distinguere i colori e i sapori, riappropriarsi della digestione, del sonno, della stanchezza, degli occhi, degli odori.
Agosto è stato pieno di tutti quei dettagli che ti sfuggono o si confondono.
E' stato una immobilità umana, non forzata dalle leggi della penisola, ma voluta, scelta, pensata e vissuta.
Respira, pedala, cammina.
Tra l'analogico e il digitale noi preferiamo la controra.
bigatour sugli stradelli guelfi



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